Almeno il 20% del prezzo d’acquisto di un immobile deve essere finanziato con fondi propri. Il resto viene finanziato con un’ipoteca. Un ulteriore 15% (al minimo) del prezzo d’acquisto va rimborsato entro 15 anni, ma al più tardi entro il pensionamento. Il rimborso può avvenire direttamente, ad esempio con versamenti annuali al fornitore dell’ipoteca. Una soluzione alternativa può essere l’ammortamento indiretto.
Chi ammortizza indirettamente utilizza saggiamente le agevolazioni fiscali del pilastro 3a. Durante il periodo di ammortamento si effettuano versamenti ogni anno in una soluzione assicurativa del pilastro 3a. La polizza corrispondente viene costituita in pegno a favore del fornitore dell’ipoteca e l’importo alla scadenza viene versato a quest’ultimo al termine della durata dell’ipoteca.
Si usufruisce così di due agevolazioni fiscali al contempo. Da un lato, i contributi del pilastro 3a possono essere detratti dal reddito imponibile fino all’importo massimo annuale. Dall’altro, i tassi ipotecari rimangono costanti per l’intera durata e possono essere dedotti anch’essi dalle imposte come interessi passivi.
Inoltre, la soluzione assicurativa offre ulteriori vantaggi. Se è stata coassicurata come opzione, l’assicurazione continua a pagare i premi in caso d’invalidità. E integrando eventualmente una somma in caso di decesso si può ridurre all’occorrenza l’ipoteca, in modo tale che l’abitazione di proprietà resti sostenibile per i e le superstiti.
Nonostante gli importi in parte elevati dei valori locativi, l’attuale sistema fiscale è comunque vantaggioso per i proprietari di un immobile, grazie alla deduzione dei costi considerevoli degli interessi ipotecari e della manutenzione. A fronte della prevista soppressione del valore locativo, un ammortamento più rapido dell’ipoteca potrebbe diventare allettante, soprattutto in un contesto di tassi ipotecari elevati.
A causa della nuova imposta reale è necessario indire una votazione popolare, dato ache l’attuazione presuppone una modifica della costituzione. La popolazione sarà chiamata a votare non prima di settembre 2025. In caso la proposta venisse accettata, si prevede un periodo di transizione di circa due anni prima dell’entrata in vigore. Se dovesse fallire alle urne, per il momento tutto rimarrebbe come prima.
Maggiori informazioni sono disponibili al sito dell’Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC).