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Cinque manoscritti arabo-persiani (patrimonio dell'UNESCO) restaurati e digitalizzati dalla Fondazione Martin Bodmer

Grazie al sostegno dell'Helvetia Assicurazioni, questi documenti risalenti al XV e XVI secolo possono essere stabilizzati e resi accessibili al grande pubblico online nonché nell'ambito di varie mostre.
20.05.2021 | Comunicati stampa
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Cinque manoscritti arabo-persiani del XV e XVI secolo vengono restaurati e digitalizzati dalla Fondazione Martin Bodmer. Proprio come le opere che compongono la «Bibliotheca Bodmeriana» (ossia il lascito di Martin Bodmer), anche questi documenti sono stati inclusi nella lista della «Memoria del mondo» dell'UNESCO. I manoscritti presentano strappi, lacune, macchie e vari danni, alcuni dei quali sono stati causati da restauri precedenti. A causa del loro stato attuale, non possono essere toccati né visti: quindi non è possibile svolgere studi scientifici né organizzare mostre o digitalizzazioni. Con il sostegno dell'Helvetia Assicurazioni, queste opere saranno restaurate nei prossimi tre anni, allo scopo di stabilizzarle. Dopodiché potranno essere presentate in occasione di varie mostre e digitalizzate per permettere a ricercatori, bibliofili e studiosi di accedervi online.
 
«La Fondazione Martin Bodmer custodisce una collezione dell'UNESCO e la nostra missione consiste nel preservare questa collezione, rendendola accessibile al pubblico e ai ricercatori. I mecenati, come l'Helvetia Assicurazioni, svolgono un ruolo cruciale nel garantire che la nostra missione sia coronata dal successo, affinché questo patrimonio documentaristico mondiale venga tramandato e possa essere ammirato e studiato nelle migliori condizioni possibili», spiega la Direzione della Fondazione.
 
La storica dell'arte Olga Britschgi, responsabile delle assicurazioni per opere d'arte dell'Helvetia nella Svizzera romanda, aggiunge: «Grazie a questo progetto, si possono salvare, restaurare, digitalizzare e quindi rendere accessibili a tutti opere d'arte eccezionali. In veste di compagnia assicurativa attiva nel mondo dell'arte, conservare le varie opere e promuovere la loro diffusione virtuale per la ricerca e in favore dell'esperienza estetica fa parte dei compiti dell'Helvetia».
 
Questo progetto di conservazione e restauro viene realizzato da Sandra Vez, la restauratrice della Fondazione, nel suo nuovo atelier, recentemente inaugurato. La Fondazione Martin Bodmer vanta una vasta esperienza nella digitalizzazione di opere d'arte ed è coinvolta da anni in diversi progetti nell'ambito di partnership con prestigiose istituzioni svizzere. La digitalizzazione di questo corpus viene effettuata nello studio fotografico della Fondazione dall'esperta Naomi Wenger con l'ausilio di uno di migliori dispostivi attualmente disponibili sul mercato.
 
I cinque manoscritti del progetto
  • CB 501, Proverbes d'Ali (Proverbi di Ali), 1559: questo manoscritto fu copiato a Bukhara (l'attuale Buxoro) e contiene proverbi del genero di Maometto. Le condizioni dell'opera e la sua rilegatura di fattura ottomana si trovano in uno stato allarmante. L'opera non può essere né sfogliata né esposta: il rischio di perdere parte del materiale è semplicemente troppo elevato. I fogli sono gravemente danneggiati (strappi, buchi, ...), gli strati di pittura sono rovinati e instabili e la struttura rilegata causa notevoli tensioni sulle parti testuali.  
  • CB 507, Djami de Herat (Dschāmi), Divan, Schiraz, 1497: questa raccolta di poesie è il terzo più antico manoscritto miniato del poeta persiano Dschāmi. Si tratta di undici immagini a pagina intera, il cui stato di conservazione deve essere stabilizzato. Alcune parti dell'opera si stanno staccando e la struttura della rilegatura risulta fragile in numerosi punti.  
  • CB 532, Salvaji, Divan, 1567: questa raccolta di poesie, ricopiata dall'amanuense Gulshan Kashani, comprende una dozzina di grandi miniature e denota una rilegatura che probabilmente risale al tempo in cui il manoscritto fu realizzato. La cucitura dell'opera si allenta e il materiale di rilegatura mostra numerose lacune (perdite di materiale). 
  • CB 542, Corano, 1550: questo frammento del Corano (dalla sura 36) ha la forma di un rotolo lungo più di 10 metri. Sfortunatamente la calligrafia molto fine presenta una deteriorazione tipica del verderame, con conseguente ossidazione della cellulosa presente nella carta e perdita di materiale in relazione alle parti scritte a mano. 
  • Sahi, Divan, 1582: il manoscritto, lasciato in eredità alla Fondazione Martin Bodmer dal Professore Badi', è giunto alla Fondazione in uno scatolone da trasloco sotto forma di singoli fogli incollati in buste trasparenti. Si tratta di un totale di 90 fogli calligrafati e decorati, staccati dalla rilegatura, che attraverso i necessari lavori di conservazione e restauro, ridiventeranno un libro che potrà essere sfogliato e consultato.
 


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