16 settembre 2020, testo: Mirjam Arnold, foto: Viktor Kolibàl
Il fatto che il nome della mostra alluda a un camaleonte non è casuale, sebbene l’animale non sia raffigurato in nessuna delle opere esposte. L’artista svizzero Giacomo Santiago Rogado è affascinato dai camaleonti, che rientrano fra i rettili più antichi della Terra: famosi per la loro capacità di mimetizzarsi e il loro campo visivo di 360 gradi, questi animali hanno una percezione del mondo che noi fatichiamo a immaginarci. «I camaleonti [...], con le loro caratteristiche, sono molto affini a me e al mio lavoro», afferma Giacomo Santiago Rogado. I giochi di colori, gli effetti pittorici e le illusioni ottiche sono esattamente i tratti distintivi delle opere dell’artista lucernese.
Se i camaleonti si destreggiano bene con i colori, Giacomo Santiago Rogado è un vero genio nell’utilizzarli. I giochi cromatici sono molto presenti nei suoi dipinti, ad esempio in «Intuition 12» (2014), «Spirit 2» (2015) o anche in «Formación» (2019). Il vincitore del Swiss Art Award non ha un colore preferito. «I colori sono come i sentimenti, vanno e vengono, possono essere incontrollabili e sorprendenti, proprio come in un camaleonte. Mi piacciono tutti i colori e non potrei mai decidermi a sceglierne uno.» Rogado ama sperimentare e scoprire le infinite possibilità e le nuove forme di combinazione che emergono strada facendo.
Rogado ama cimentarsi in nuove tecniche. Tutte le opere attualmente esposte nell’Helvetia Art Foyer sono state realizzate con una tecnica mista. La sperimentazione è una componente essenziale del suo processo creativo: a Rogado le nuove idee vengono in mente in corso d’opera, mentre utilizza i colori e gioca con differenti tecniche. mentre utilizza i colori e gioca con differenti tecniche. I primi lavori di questo artista svizzero che attualmente vive a Berlino sono caratterizzati dall’ordine geometrico. Nel corso della sua crescita artistica, Rogado ha abbandonato le strutture rigide per dare più libertà e movimento ai colori. Tuttavia, nelle sue opere, le diverse tecniche cercano costantemente di raggiungere insieme un punto di equilibrio.
L’Helvetia Art Foyer è uno spazio espositivo difficile da gestire: vi sono molti angoli e finestre, passaggi, colonne e pareti oblique. «Per me la vera sfida da affrontare è stata proprio questa. Volevo creare ordine nello spazio con poche opere accuratamente selezionate e fare sì che lo sguardo fosse catalizzato verso i dipinti. Le quattro opere in grande formato che ho scelto dialogano tra loro dando vita a un nuovo spazio. I lavori su carta, essendo di formato ridotto e avendo carattere di studi, creano invece un ambiente – per così dire – più intimo», afferma Giacomo Santiago Rogado spiegando l’allestimento della mostra.
Dal 20 agosto al 19 novembre 2020
Ogni giovedì, dalle ore 16:00 alle ore 20:00
Kunsttage Basel (Giornate dell’arte di Basilea): Giovedì 17 e venerdì 18 settembre 2020, dalle ore 10:00 alle ore 18:00
Arte e meditazione con Amanda Haas: Venerdì 18 settembre 2020, dalle ore 11:00 alle ore 12:00
Incontro con l’artista Giacomo Santiago Rogado: Venerdì 18 settembre 2020, dalle ore 12:00 alle ore 12:30
Helvetia Art Foyer, Steinengraben 25, 4051 Basilea
Ingresso gratuito
L’Helvetia Art Foyer è parte integrante dell’impegno culturale dell’Helvetia. Nell’ambito di esposizioni monografiche, dialogiche e tematiche, l’Helvetia presenta al pubblico opere d’arte della propria collezione. Con circa 1800 opere di circa 400 artisti, la collezione d’arte del nostro Gruppo assicurativo internazionale è una delle più importanti per quanto concerne l’arte contemporanea svizzera. In questo modo, inoltre, viene data agli artisti l’opportunità di presentare le loro opere a un vasto pubblico nell’Art Foyer. Ogni anno vengono organizzate tre o quattro esposizioni. L’Helvetia fornisce i suoi servizi assicurativi anche in ambito artistico e devolve un grande impegno in questo settore. Tra le iniziative più rappresentative possiamo citare il premio d’arte Helvetia, istituito per offrire un valido supporto ai giovani artisti ancora agli inizi della loro carriera, nonché vari progetti di digitalizzazione realizzati con alcuni musei svizzeri selezionati.