Previdenza complementare
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Previdenza complementare, un’opportunità da cogliere

Poche certezze sulla pensione, soprattutto per giovani e precari. Scopriamo insieme come tutelarsi.

24.11.2017, Autore: Sergio Viola

La recente indagine condotta da Istat sul miglioramento dell’aspettativa di vita nel nostro paese ha riportato alla ribalta il tema delle pensioni. Se il Governo confermerà che dal 2019 si andrà in pensione a 67 anni, ci sarà un’altra criticità per coloro - soprattutto giovani precari o appena inseriti nel mondo del lavoro - che già oggi vedono come un miraggio l’opportunità di godere l’ultimo periodo della vita con un adeguato sostegno economico.

Già, perché a questo problema si aggiungono quelli relativi alla spesa pubblica e alla sostenibilità delle pensioni future. Proprio per cercare di rispondere a queste criticità, il sistema pensionistico nazionale è stato modificato negli ultimi anni passando da un modello
retributivo a quello contributivo e in futuro si percepiranno pensioni molto più basse in rapporto all’ultima retribuzione percepita.

ANCORA POCA CONSAPEVOLEZZA

Però molti ancora non se ne rendono conto, forse perché in passato nessun cittadino ha ricevuto un quadro informativo chiaro e completo della propria situazione pensionistica. Basta pensare allo scarso sviluppo della previdenza complementare, che prevede
l’accantonamento di una parte dei propri risparmi nel tempo e permette di ottenere una pensione integrativa rispetto a quella erogata dalla previdenza pubblica.

In Italia, nonostante la legge preveda vantaggi fiscali per aderenti e datori di lavoro e riconosca alle forme pensionistiche complementari importanti tutele a garanzia del risparmio accantonato dagli iscritti, solo un lavoratore su quattro (meno di 8 milioni) ne è provvisto,
con adesioni più scarse proprio tra coloro che potrebbero avere i bisogni di welfare maggiori: giovani, donne, dipendenti di piccole e medie imprese (Fonte COVIP).

MEGLIO TUTELARSI

Chiunque desideri avere in futuro una rendita integrativa - anche chi non lavora - può aderire ai Piani Individuali Pensionistici (PIP), ai Fondi Pensione Aperti oppure ai Fondi Pensione Negoziali, tre opzioni già sommariamente descritte in uno degli articoli del nostro blog.

Oggi parliamo in modo più approfondito dei Piani Individuali Pensionistici, polizze vita individuali (non collettive, come diversamente possono essere i Fondi) specializzate per la previdenza complementare.

Come funzionano?

A fronte del versamento di un piano di contributi da parte dell'aderente, l’impresa investe il montante accumulato che può essere poi convertito in pensione complementare una volta che l'aderente stesso ha maturato i requisiti della pensione pubblica.
I PIP possono ricevere il contributo del lavoratore. Se si è dipendenti è possibile versare il TFR, nonché ricevere il contributo del datore di lavoro su base volontaria. Questi soldi sono investiti dalle compagnie – sulla base delle scelte effettuate dagli aderenti – in gestioni
assicurative separate a rendimento minimo garantito o in quote di fondi interni (azionari, bilanciati, obbligazionari), anche suddividendo i contributi tra le diverse componenti, eventualmente in maniera dinamica in funzione dell’età dell’aderente e degli anni mancanti al pensionamento.

COME QUANTIFICARE LA PROPRIA PENSIONE COMPLEMENTARE

La risposta si trova negli stessi Piani Individuali Pensionistici, che riportano un “coefficiente di trasformazione” che consente di convertire in pensione il montante accumulato (attenzione però perché i coefficienti non sono garantiti). Il modo più semplice rimane comunque quello di accedere al preventivatore online che tutti i PIP sono obbligati ad avere all'interno della pagina del sito. E' così possibile crearsi il documento denominato "La mia pensione complementare – versione personalizzata" che sviluppa nel tempo i versamenti e le prestazioni. In ogni caso, considerato che la materia previdenziale è a volte complessa, è sempre consigliabile leggere attentamente tutta la documentazione informativa che viene consegnata insieme al modulo di adesione, dato che in essa sono descritte le caratteristiche delle gestioni e dei fondi collegati ai contratti oltre al funzionamento del prodotto stesso.

Infine, va ricordato che al momento dell’iscrizione al PIP ogni aderente riceve dalla compagnia un progetto standardizzato (denominato "La mia pensione complementare - Versione Standardizzata) con le ipotesi sullo sviluppo futuro del suo piano e poi, ogni anno, un dettagliato estratto conto sulla sua posizione previdenziale.

 


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