20 settembre 2018, Autore: Marcello Andreetti
Un tempo il matrimonio e la casa di proprietà, ai giorni nostri la possibilità di frequentare un master o fare un’esperienza di studio all’estero, magari avviare una piccola impresa in proprio.
Gli obiettivi sono cambiati nel corso dei decenni, ma la questione di fondo resta, e i genitori continuano e continueranno sempre a preoccuparsi del futuro dei propri figli.
Ma su quali certezze possono contare oggi le famiglie per garantirsi serenità da questo punto di vista?
Dall’ultima edizione della ricerca annuale condotta da GFK sui climi sociali e di consumo in Italia, emerge che i cittadini sono impensieriti dal domani e si sentono poco aiutati, o addirittura ostacolati, dalla “struttura Paese”, e per questo cercano nel privato quelle certezze che le istituzioni pubbliche non sono più in grado di garantire.
La sfiducia riguarda in particolare il bisogno insoddisfatto di una risposta alla necessità di sicurezza e tutela di priorità fondamentali quali reddito, lavoro, welfare e prospettive economiche in generale. Una preoccupazione che nasce sostanzialmente da un’economia vista come troppo instabile, non ancora del tutto uscita dalla crisi e con prospettive tutt’altro che certe.
La popolazione, in altre parole, percepisce la mancanza di una visione tranquillizzante a medio e lungo termine.
Il sistema famiglia tuttavia rappresenta oggi l’unico punto di riferimento certo, percepito come un nucleo capace di far fronte a eventi inaspettati e difficoltà di ogni genere, generando un senso di protezione e sicurezza. L’affidamento che si riversa nella sfera degli affetti familiari è per forza di cose un sentiment che cresce in modo inversamente proporzionale allo scetticismo nei confronti dello Stato.
Si può ben capire come, in questo scenario, a preoccupare maggiormente sia soprattutto l’eventualità di un imprevisto grave che impedisca di salvaguardare il futuro dei propri cari, ovvero l’impossibilità di garantire il mantenimento del proprio tenore di vita o peggio di far fronte a debiti pregressi, come ad esempio un mutuo sulla casa.
Se dunque secondo il sondaggio GFK il presente viene vissuto come sempre più faticoso e “ansiogeno” dagli italiani, una seconda ricerca, presentata a ottobre 2017 da Acri - Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio, in collaborazione con il gruppo di analisi Ipsos, ha evidenziato che sul fronte famiglia, il 19% - 1 su 5 - è stata colpita direttamente dalla crisi, pur con cifre in leggero miglioramento, mentre quelle che versano in una condizione di seria difficoltà sono il 17%.
Aumentano le situazioni in equilibrio di risparmio e la capacità di far fronte a “uscite” impreviste riguarda solo le piccole spese. Nel 65% dei casi, però, gli italiani cercano di uscire da queste difficoltà anche con un atteggiamento propositivo e lungimirante, prestando attenzione a dettagli grandi e piccoli, come eventuali sprechi o spese superflue. Si cerca di risparmiare per tutelare sé stessi e i propri familiari. In generale si respira ottimismo sulla possibilità di un miglioramento della propria condizione nei prossimi 3 anni, ma l’apprensione per il futuro traspare comunque dal 70% dei lavoratori, che si dichiarano in ansia per gli anni della pensione.
I consumi stanno infine lentamente ripartendo, pur in un quadro in cui siamo sempre molto attenti nel valutare bene ogni scelta.